Il mio Primo Anno

Il mio Primo Anno

Ci sono date che non dimentichiamo mai e tra le mie c’è, senza dubbio, l’8 Settembre 2015. Il giorno in cui è cominciato il mio viaggio all’interno di questa facoltà, di questo mondo. Io non sono mai appartenuto alla categoria di quelli che erano innamorati di questa disciplina, quelli che non avrebbero mai potuto scegliere altro, però, sono sempre stato appassionato della cultura in ogni sua forma, dello stare tra la gente e dell’aiutare il prossimo. Avrei potuto scegliere altre strade, ma a volte credo che qualcuno/qualcosa, nella vita, ci dia una leggera spinta in una direzione e la mia spinta è stato mio padre.

Mio padre era un appassionato, un sognatore, un medico innamorato della sua professione. Non so se vi è mai capitato di parlare con un appassionato di qualcosa, sono delle persone rare, capaci di rendere interessante qualsiasi cosa, descrivono tutto con colore, enfasi e ti trasportano nel loro mondo. Quando provai il test di ingresso a Medicina, non mi preclusi nessuna strada e provai anche i test delle Università private italiane. Il Campus Bio-Medico, università dove ho frequentato il mio primo anno di Università, contemplava, oltre alla prova scritta a crocette, una prova orale di carattere psico-attitudinale. Alle varie domande personali, ho risposto sempre con sincerità e porto nel cuore la risposta alla domanda “perché vuoi fare il medico?”, dove, senza indugi, ho affermato di essere stato influenzato positivamente da mio padre, a tratti quasi “plagiato” dalla sua passione e che sicuramente mi aveva condizionato nella scelta. Ancor’oggi credo che, tranne rarissimi fortunati, a 19 anni, nel momento della scelta universitaria, parecchi non abbiano le idee chiare e non siano completamenti convinti del percorso che stanno per intraprendere.

Così è cominciato il mio percorso. Scelsi il Campus Bio-Medico, convinto dalle voci, dalla teoria secondo cui l’università privata preparasse maggiormente a livello didattico e che si fosse più seguiti.

Non rimpiango mai la scelta fatta, ho conosciuto persone meravigliose e stretto amicizie che conservo ancora gelosamente nel mio cuore. Il mio primo semestre universitario e la mia prima sessione d’esami sono scivolati via rapidamente, sostenendo esami che profumavano ancora di Liceo, come Fisica e Chimica e altri dove si poteva percepire un accenno di Medicina, come Storia della Medicina e Statistica.

Contestualmente al superamento degli esami, cresceva però in me il dubbio che non fossi nel posto a me più congeniale, un posto eccessivamente competitivo, dove l’aiuto del collega non era la priorità. Accanto a questi pensieri, cresceva anche la pressione psicologica della retta universitaria, la quale gravava enormemente sulla mia famiglia e di cui non ero disposto a sopportare il peso emotivo.

Arrivò il secondo semestre e tra lezioni e ore trascorse tra i vetrini in laboratorio, cominciai a studiare la base dell’organismo umano e i suoi meccanismi fisiologici. Incontrai Andrea, un collega e un amico, con cui formai la mia prima coppia-studio con cui affrontai per intero la sessione estiva. Affrontammo i primi veri esami, Biologia e Istologia. Ripensando a quei momenti, quasi sorrido ricordando quanto li ritenemmo complessi e dal programma vastissimo, senza sapere cosa ci aspettasse ancora. Andrea, durante quei frenetici mesi, fu anche la prima persona a cui comunicai la decisione di trasferirmi alla Sapienza, con suo profondo rammarico.

A volte credo che, anche se è difficile o controtendenza, bisogna avere il coraggio di seguire il proprio istinto e soprattutto, di cambiare. Quando qualcosa non ci piace, non ci soddisfa, non ci rappresenta, bisogna avere la forza di prendere in mano la situazione e cambiare le cose.

Così, nel mese di agosto, mi informai, lessi bandi su bandi, trascorsi giorni al telefono e inoltrai la mia domanda di Trasferimento per l’Università “La Sapienza”.

Giungiamo così alla seconda data che porto nel cuore di questo lungo viaggio: il 30 Settembre 2016, quando in tarda serata ricevetti la mail con la risposta alla mia domanda di trasferimento. Era stata accettata.

Da quel momento, due settimane intense per trovare i documenti, espletare la procedura, pagare i bollettini, la ricerca di una stanza e così via.

Era fatta, salutavo il Campus Bio-Medico e approdavo nell’Università pubblica più grande d’Europa.

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