Sesto anno e prospettive future

Sesto anno e prospettive future

L’ultimo anno di medicina è un percorso ad ostacoli perché tutto volge al
termine ed è una continua corsa a firme di libretti ,di relatori e varie formalità
da concludere ai fini della laurea. Ci si inizia ad avviare verso la fine dello studio
, rimangono i pochi e ultimi esami e si ha finalmente una comprensione globale
delle varie patologie che si incontrano in reparto. Inoltre da quest’anno è stata
introdotta la possibilità di effettuare il tirocinio abilitante (tpves) prima della
laurea , dopo aver concluso tutti gli esami del 4 anno , quindi si passano
moltissime ore, in particolare 100 in area clinica, 100 in area chirurgica e altre
100 dal medico di base, a fare pratica . Questo tirocinio non è più seguito
,come era in passato, dall’esame di stato ma è finalizzato a rendere la laurea
abilitante. In tutto questo tempo ,chi più , chi meno , riesce a capire per cosa è
portato effettivamente e verso quale specializzazione indirizzarsi. Una volta
conclusa la laurea si aprono diversi scenari , soprattutto per noi che
diventiamo medici in mezzo ad una pandemia :con la laurea abilitante avremo
la possibilità di iniziare a lavorare facendo sostituzioni del medico di base ,
guardie mediche e anche in prima linea a effettuare i tamponi. Quindi
tornando al sesto anno è caratterizzato da una parte dall’emozione di essere
giunti al traguardo tanto atteso , dall’altra dall’ansia che la fa da padrona in
questo mare aperto di formalità. Poi chiaramente più si avvicina la fine e più ci
si sente stanchi ed esausti, perché fremiamo dalla voglia di concludere
avvertendo il sogno che abbiamo sempre più vicino e più reale. Tutto ciò che si
affronta nell’arco di questi anni alla fine lo percepiamo come un bagaglio di
nozioni , alcune da spolverare e altre molto chiare che saranno poi il requisito
fondamentale per il concorso di specializzazione. Non nasconderò che il
pensiero di affrontare una nuova selezione, dopo così tanti sacrifici, impegni e
nottate sui libri, spaventa molto perché è come se tutto ciò venisse annullato e
dovessimo ripartire da capo. D’altronde la specializzazione non è l’unica strada
percorribile , ci sono moltissime altre attività che possono essere intraprese e
che permettano la formazione da un punto di vista pratico che è mancata nei
sei anni di studio. Si impara anche dalle cadute che possono essere
un’occasione per migliorarsi , per perfezionare le proprie conoscenze e perché
no , magari anche riuscire meglio di quanto ci eravamo prefissati. Il concorso di
specializzazione consiste in una prova lunghissima ,che dura parecchie ore e
che segnerà una volta per tutte la nostra vita professionale futura. Una volta
effettuata la prova, si attendono gli esiti con i propri punteggi per poter
selezionare la specialistica e la sede accessibile in base al proprio risultato. Sostanzialmente si tratta di una borsa di studio che ci permette di
continuare la propria formazione , ma questa volta da un punto di vista pratico
, quindi è un lavoro stipendiato a tutti gli effetti . La durata è variabile dai 3 ai 5
anni , a seconda della specialità , sicuramente le chirurgiche sono più lunghe. E
a quel punto inizierà un altro cammino con nuovi ostacoli e nuove opportunità
in cui metteremo in atto tutto ciò che abbiamo imparato.

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