Esperienze del primo anno di Medicina

Mi chiamo Emilia, sono una studentessa e frequento il terzo anno del corso di Medicina e Chirurgia alla Sapienza di Roma. Il percorso che mi ha portato fino a questo punto lo ricordo molto bene, anche se non ricordo il momento esatto in cui ho scelto di intraprendere questa strada, ma più ci riflettevo, più consideravo questa scelta come l’unica possibile. Forse è stata proprio questa consapevolezza profonda che mi ha permesso di entrare nell’ordine delle idee di studiare per il test e di concentrarmi al massimo. Infatti, provenendo dal liceo classico avevo paura di non essere preparata a sufficienza per superare il test, così dal quinto anno della scuola superiore mi sono concentrata sullo studio per il test: ogni settimana dedicavo qualche ora di tempo allo studio dei programmi, ai quiz a tempo, e alle simulazioni che mi permettevano di avvicinarmi, giorno per giorno, ad una comprensione più profonda non solo dello studio, ma anche della modalità con cui affrontare il test. Mi sono infatti resa conto, anche dopo aver fatto la prova, che è tanto importante come la si affronta: fermo restando che è necessaria una solida preparazione, bisogna anche entrare nell’ottica di una prova a tempo, che è diversa ogni anno, da affrontare con un peso sulle spalle di una prospettiva futura incerta, in una stanza piena di persone nella stessa situazione. Ricordo il periodo di incertezza successivo al test, in cui ho affrontato altre prove per gli eventuali piani B, e poi la gioia e la soddisfazione di essere entrata.

Il primo giorno di lezione è stato emozionante, sono entrata in ospedale e mi sono sentita finalmente parte di quel mondo, e così tutto è iniziato. Ho cominciato a conoscere tanti aspetti della vita universitaria che mi ha sorpreso sempre di più, ho cominciato a conoscere i professori e i miei colleghi di corso, con i quali ho stretto un bellissimo rapporto, e che adesso sono tra i miei più cari amici. Nella transizione dal liceo all’università sicuramente ha aiutato l’ambiente che si trova nella nostra facoltà, nella sede dell’Ospedale Sant’Andrea. A differenza di molte altre facoltà, la nostra rappresenta una realtà più ristretta e raccolta, in cui si riesce a sentirsi più vicini sia fra colleghi appartenenti ad anni di corso diversi, sia fra studenti e professori, e tutto ciò concorre alla creazione di un ambiente con maggior contatto e con maggior dialogo che guida e supporta lo studente.

Arrivata dunque a metà del percorso che mi porterà alla laurea posso dire di essere pienamente soddisfatta della scelta e consapevole dell’impegno e dei sacrifici che a volte mi sono richiesti per permettermi di continuare. Auguro a tutti di poter provare questa soddisfazione e di poter seguire le proprie passioni e di coltivarle, nonostante le difficoltà.

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